giovedì 7 giugno 2012

L'Ultimo saluto a Stefano Ferrario. Ciao STEFANO Partigiano dell'OGGI. Testimone di "radicalità evangelica, giusta"

 Il mondo pacifista si è stretto intorno a Stefano Ferrario, l'instancabile attivista della pace morto in un incidente in moto. Un testimone che richiamava alla "radicalità evangelica, giusta"

Alla fine il corteo si è trasformato quasi in una manifestazione, come una delle mille a cui Stefano Ferrario - morto in un incidente stradale in moto, domenica sera - ha portato il suo contributo: bandiere arcobaleno della pace, vessilli palestinesi, il tricolore dell'Anpi della Val Marchirolo, i drappi bianco-rossi No-Tav
vicini gli uni agli altri per l'ultimo saluto ad un «partigiano di oggi» e ad un «testimone di radicalità evangelica».

Sulla piazza di Samarate, davanti alla chiesa della Trinità, c'erano i parenti e gli amici del paese, i ragazzi disabili e i colleghi della Comunità Il Seme di Cardano, dove lavorava, ma anche tanta gente del movimento pacifista, quello che Stefano aveva animato e provocato, a cui aveva dato anche la sua competenza nelle ricerche accurate e nei suoi scritti. «Non era facile stargli a fianco, a causa del suo radicalismo, radicalismo evangelico, giusto» ha esordito in chiesa padre Piercarlo dei Comboniani di Venegono Superiore, uno dei luoghi di pace che Stefano frequentava. Il Vangelo era quello delle beatitudini, dove "i poveri", "quelli che hanno fame e sete della giustizia" sono beati: «Beati, felici già su questa terra: il piano di Dio è che il Paradiso dove Stefano è ora sia già qui sulla terra».

Ma Stefano Ferrario era sempre animato dall' inquietudine, per l'ingiustizia e forse più per l'indifferenza, spesso per le insicurezze anche dei compagni di strada: «Viene in mente De Andrè: se tu sei il fuoco, non siamo il legno. A volte il tuo fuoco rischiava di bruciare, ma ci serviva» ha detto Claudio Mercenaro, una delle persone che con Stefano aveva contribuito a dare vita a DisarmiAmo la Pace, alle iniziative a partire dal 2006. «Annuncio e denuncia contro i colossali armamenti» ricordate anche da don Renato Sacco, il prete pacifista di Novara. Tra i messaggi personali, anche quelli di padre Alex Zanotelli e di padre Dario Bossi, samaratese missionario in Brasile. Sulla sua bara hanno messo la bandiera della pace, all'altare hanno portato i suoi inconfondibili sandali, che hanno macinato chilometri alle manifestazioni.

Dopo la sepoltura in cimitero di Samarate, si è formato anche una specie di presidio davanti al municipio, con gli striscioni e le bandiere e un ricordo di tanti compagni di lotta e di strada. «L'abbiamo sempre visto presente alle iniziative, denunciando anche la complicità dei Comuni e delle scuole del nostro territorio sulle basi militari e sull'industria bellica» ha spiegato Carmen Beatrice dei Cobas. L'incidente in moto l'ha avuto mentre rientrava da Cameri, dopo un nuovo incontro del movimento contro la costruzione e l'acquisto dei cacciabombardieri F-35. «L'ultima manifestazione a cui l'abbiamo visto era quella contro l'inceneritore Elcon a Castellanza, prima si era impegnato anche nella battaglia per l'acqua pubblico. Era un partigiano dell'oggi».

7/06/2012
Articolo a cura di Roberto Morandiroberto.morandi@varesenews.it
Link della pagina dell'articolo(con il reportage foto dell'esequie): 
 http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=236088

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