venerdì 10 ottobre 2014

Augurissimi alla giovane pakistana MALALA Yousafzai, Premio NOBEL PER LA PACE 2014

Alla giovane pakistana Malala Yousafzai il Premio Nobel per la Pace 2014. Il messaggio di Augurio di Agnese Ginocchio, presidente del Movimento per la Pace e cantautrice per la Pace.
 " Grandissima MALALA ancora così giovane per un premio importante quale il Nobel per la Pace. Direi questa volta è stato consegnato alla persona giusta.. Un esempio per tutti i giovani che usano l'istruzione come arma per combattere la guerra e per cambiare il mondo, e nel contempo un monito per quella parte di gioventù che preferisce usare atteggiamenti da bullo, da sbruffone, seviziando e
danneggiando con il suo cattivo esempio il prossimo suo, e che preferisce accodarsi al mucchio, perdersi dietro chimere, dietro le correnti e le tendenze di passaggio, inseguendo falsi e vuoti idoli che non portano da nessuna parte, e che sono soprattutto dannosi per la Pace! CARA MALALA il tuo coraggioso esempio di giovane che per difendere le sue idee di Pace ha sfidato la morte, è una forte denuncia per chi usa la propria vita per danneggiare, anziché essere d'aiuto al prossimo e apportare un po' di luce in questo mondo offuscato dalle tenebre. Ti auguriamo tutto il bene di questo mondo, gioiamo con te per quest'importantissimo riconoscimento e attendiamo di poterti abbracciare presto non appena verrai a trovarci in Italia. Cara MALALA ti auguriamo tutta forza necessaria per portare avanti questa battaglia per la difesa dei Diritti Umani di tutti, in particolare dei Diritti dell'infanzia e di chi non ha voce diventando oggetto di soprusi e subendo a causa delle proprie idee violenze e maltrattamenti. La tua è la nostra battaglia per la PACE senza se e senza ma. Una PACE che si affermerà un giorno, se nel mondo ci saranno tante MALALA e tanti come noi che investendo la nostra vita per la causa di Pace, in quest'ideale(sogno) ci crediamo davvero. Augurissimi cara MALALA!" 
Da "Agnese Ginocchio, presidente Movimento Internaz. per la Pace III Millennio della provincia di Caserta e cantautrice per la Pace " 10 Ottobre 2014

Segue articolo: 

"Abbiamo capito l'importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi"

Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014


Il Nobel per la Pace è stato assegnato all'indiano Kailash Satyarthi e alla pachistana Malala Yousafzai, "per il loro comune impegno" a favore dei diritti dei bambini e "contro l'estremismo". 

"Il Nobel assegnato a Malala Yousafzay, che con coraggio continua a combattere per l'istruzione delle ragazze e all’indiano Kailash Satyarthi, che con la sua organizzazione ha liberato 80 mila bambini dalla schiavitù, ci riempie di gioia. L'istruzione è la vera via per cambiare il mondo e per costruire la pace. Facendo crescere una nuova generazione consapevole dei diritti di libertà, democrazia e uguaglianza . Ma soprattutto è attraverso l'educazione delle ragazze che si può liberare il mondo da povertà e ingiustizia". Questo il commento di Francesca Puglisi, responsabile Scuola, Università e Ricerca del PD

Malala Yousafzay, è la persona più giovane ad essere insignita del Nobel nella storia di tutte le categorie del premio ed è la 46ma donna a ricevere il Nobel tra il 1901 e il 2014.

Kailash Satyarthi è un attivista dei diritti umani di 60 anni, impegnato dagli anni '90 nella lotta contro il lavoro minorile con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan. La sua azione ha permesso di liberare almeno 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale.


Il discorso all’Onu di Malala, quando fu candidata al Nobel per la pace

Cari fratelli e sorelle ricordate una cosa. La giornata di Malala non è la mia giornata. Oggi è la giornata di ogni donna, di ogni bambino, di ogni bambina che ha alzato la voce per reclamare i suoi diritti.

Ci sono centinaia di attivisti e di assistenti sociali che non soltanto chiedono il rispetto dei diritti umani, ma lottano anche per assicurare istruzione a tutti in tutto il mondo, per raggiungere i loro obiettivi di istruzione, pace e uguaglianza.

Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e migliaia di altre sono state ferite da loro. Io sono soltanto una di loro. Io sono qui, una ragazza tra tante, e non parlo per me, ma per tutti i bambini e le bambine. Voglio far sentire la mia voce non perché posso gridare, ma perché coloro che non l’hanno siano ascoltati. Coloro che lottano per i loro diritti: il diritto di vivere in pace, il diritto di essere trattati con dignità, il diritto di avere pari opportunità e il diritto di ricevere un’istruzione.

Cari amici, nella notte del 9 ottobre 2012 i Taliban mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che le loro pallottole ci avrebbero messo a tacere. Ma hanno fallito. E da quel silenzio si sono levate migliaia di voci. I terroristi pensavano che sparando avrebbero cambiato i nostri obiettivi e fermato le nostre ambizioni, ma niente nella mia vita è cambiato tranne questo: la debolezza, la paura e la disperazione sono morte. La forza, il potere e il coraggio sono nati. Io sono la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Così pure le mie speranze sono le stesse.

Cari fratelli e sorelle io non sono contro nessuno. Nemmeno contro i terroristi. Non sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i Taliban o qualsiasi altro gruppo terrorista. Sono qui a parlare a favore del diritto all’istruzione di ogni bambino. Io voglio che tutti i figli e le figlie degli estremisti, soprattutto Taliban, ricevano un’istruzione. Non odio neppure il Taliban che mi ha sparato. Anche se avessi una pistola in mano ed egli mi stesse davanti e stesse per spararmi, io non sparerei. Questa è la compassione che ho appreso da Mohamed, il profeta misericordioso, da Gesù Cristo e dal Buddha. Questa è il lascito che ho ricevuto da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhammed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non-violenza che ho appreso da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre. Questo è quello che la mia anima mi dice: siate in pace e amatevi l’un l’altro.

Cari fratelli e sorelle, tutti ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando ci troviamo al buio, e tutti ci rendiamo conto dell’importanza della voce quando c’è il silenzio. E nello stesso modo quando eravamo nello Swat, in Pakistan, noi ci siamo resi conto dell’importanza dei libri e delle penne quando abbiamo visto le armi. I saggi dicevano che la penna uccide più della spada, ed è vero.

Gli estremisti avevano e hanno paura dell’istruzione, dei libri e delle penne. Hanno paura del potere dell’istruzione. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. Ed è per questo che hanno appena ucciso a Quetta 14 innocenti studenti di medicina. È per questo che fanno saltare scuole in aria tutti i giorni. È per questo che uccidono i volontari antipolio nel Khyber Pukhtoonkhwa e nelle Fata. Perché hanno avuto e hanno paura del cambiamento, dell’uguaglianza che essa porterebbero nella nostra società.

Un giorno ricordo che un bambino della nostra scuola chiese a un giornalista perché i Taliban sono contrari all’istruzione. Il giornalista rispose con grande semplicità. Indicando un libro disse: “I Taliban hanno paura dei libri perché non sanno che cosa c’è scritto dentro”. Pensano che Dio sia un piccolo essere conservatore che manderebbe le bambine all’inferno soltanto perché vogliono andare a scuola. I terroristi usano a sproposito il nome dell’Islam e la società pashtun per il loro tornaconto

personale. Il Pakistan è un paese democratico che ama la pace e che vorrebbe trasmettere istruzione ai suoi figli. L’Islam dice che non soltanto è diritto di ogni bambino essere educato, ma anche che quello è il suo dovere e la sua responsabilità.

Onorevole Signor Segretario generale, per l’istruzione è necessaria la pace, ma in molti paesi del mondo c’è la guerra. E noi siamo veramente stufi di queste guerre. In molti paesi del mondo donne e bambini soffrono in altri modi. In India i bambini poveri sono vittime del lavoro infantile. Molte scuole sono state distrutte in Nigeria. In Afghanistan la popolazione è oppressa dalle conseguenze dell’estremismo da decenni. Le giovani donne sono costrette a lavorare e a sposarsi in tenera età. Povertà, ignoranza, ingiustizia, razzismo e privazione dei diritti umani di base sono i problemi principali con i quali devono fare i conti sia gli uomini sia le donne.

Cari fratelli e sorelle, è giunta l’ora di farsi sentire, di lottare per cambiare questo mondo e quindi oggi facciamo appello ai leader di tutto il mondo affinché proteggano i diritti delle donne e dei bambini. Facciamo appello alle nazioni sviluppate affinché garantiscano sostegno ed espandano le pari opportunità di istruzione alle bambine nei paesi in via di sviluppo. Facciamo appello a tutte comunità di essere tolleranti, di respingere i pregiudizi basati sulla casta, sulla fede, sulla setta, sulla fede o sul genere. Per garantire libertà e eguaglianza alle donne, così che possano stare bene e prosperare. Non potremo avere successo come razza umana, se la metà di noi resta indietro. Facciamo appello a tutte le sorelle nel mondo affinché siano coraggiose, per abbracciare la forza che è in loro e cercare di realizzarsi al massimo delle loro possibilità.

Cari fratelli e sorelle vogliamo scuole, vogliamo istruzione per tutti i bambini per garantire loro un luminoso futuro. Ci faremo sentire, parleremo per i nostri diritti e così cambieremo le cose. Dobbiamo credere nella potenza e nella forza delle nostre parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo. Perché siamo tutti uniti, riuniti per la causa dell’istruzione e se vogliamo raggiungere questo obiettivo dovreste aiutarci a conquistare potere tramite le armi della conoscenza e lasciarci schierare le une accanto alle altre con unità e senso di coesione.

Cari fratelli e sorelle non dobbiamo dimenticare che milioni di persone soffrono per ignoranza, povertà e ingiustizia. Non dobbiamo dimenticare che milioni di persone non hanno scuole. Lasciateci ingaggiare dunque una lotta globale contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo e lasciateci prendere in mano libri e penne. Queste sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo. L’istruzione potrà salvare il mondo.

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