martedì 11 ottobre 2016

Movimento Internazionale per la Pace: "La povertà è umiliante e impedisce il raggiungimento della Pace."

CASERTA- Tre milioni in più di persone che vivono sotto la soglia di sopravvivenza in sette anni: la situazione fotografata dal Rapporto 2016 di Caritas Italiana sulle politiche di contrasto verso il fenomeno della povertà, è davvero drammatica. I numeri sono spaventosi. Nel 2007 i poveri nel nostro Paese erano 1,8 milioni (il 3,1% del totale), nel 2015 la cifra è schizzata a 4,6 (il 7,6%), registrando un aumento esponenziale delle persone in condizioni di indigenza in un lasso di tempo relativamente breve. Un fenomeno non più circoscritto. Stando al rapporto, le condizioni di povertà assoluta si evidenziano soprattutto a sud, nelle famiglie con anziani, nei nuclei con almeno tre figli piccoli e in quelle in cui nessuno dei familiari ha un lavoro, e sembra essere cresciuta - in maniera devastante il dato
inquietante - al centro-nord, tra le famiglie giovani, nei nuclei con uno o due figli minori e persino in quelli con componenti occupati. I dati, insomma, affermano la realtà: il problema della povertà tocca oggi l'intera società italiana e non è più circoscritto come in passato. Il nostro Paese resta l'unico in Europa, insieme alla Grecia, ancora privo di una misura nazionale universalistica contro l'indigenza assoluta. "La sua introduzione - ricorda la Caritas - è stata richiesta da più parti sin dagli anni '90, senza trovare ascolto da nessuno dei Governi susseguitisi nel tempo". "Bene Renzi, ma serve fare di più". Secondo l'organismo pastorale Cei, l'attuale Esecutivo ha avuto l'indubbio merito di "scardinare" lo storico interesse della politica italiana nei confronti della povertà: la Legge di stabilità per il 2016, in particolare, con uno stanziamento di 600 nuovi milioni di euro per il 2016 e di 1 miliardo assicurato stabilmente a partire dal 2017, ha segnato una significativa netta discontinuità rispetto alle scelte del passato, ma gli sforzi fatti ancora non bastano. "Si tratta di capire - si legge nel rapporto Caritas - se quanto realizzato sin qui verrà seguito dal passo che ancora manca, ovvero da un investimento pluriennale che sostenga gli attori protagonisti del welfare locale". "Un Piano nazionale con un orizzonte decisamente molto limitato". Il percorso previsto per l'introduzione del Reddito d'inclusione (REI), ricorda la Caritas, si ferma al 2017 e la percentuale di poveri interessata non supera il 35% del totale, lasciandone amaramente scoperta la maggior parte. Dall'inizio della crisi ad oggi, rileva il documento, la povertà assoluta, ovvero la condizione di coloro che non hanno le risorse economiche necessarie per vivere in maniera minimamente accettabile, è aumentata in Italia fino ad esplodere senza più autocontrollo. Bisogna agire attraverso il REI ribadiscono i membri del Movimento Internazionale per la Pace, nei prossimi anni si dovranno mettere in campo azioni per accompagnarne l'introduzione nei territori è, secondo la presidentessa Agnese Ginocchio, la misura rimane necessaria per adottare, a soprattutto cancellare una situazione ormai quasi al tracollo. "Servono 2 miliardi". Nel documento non mancano proposte concrete: "La prossima legge di stabilità - si legge - dovrebbe incrementare di ulteriori 500 milioni il miliardo già reso disponibile a partire dal 2017. Considerate le misure già esistenti per i poveri, si dovrebbe arrivare a complessivi 2 miliardi di euro, con i quali si potrà intercettare solo una quota della popolazione indigente, certamente inferiore al 35% del totale". Secondo la Caritas, dunque, per il 2017, 2 miliardi sarebbero una cifra sufficiente ad affrontare il problema. Attualmente, precisa il documento, "i nuovi stanziamenti finanziano due urgenti misure transitorie, il Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA) e l'Assegno per la Disoccupazione (ASDI), che nel corso del 2017 saranno assorbite nel REI, la misura definitiva. Al suo finanziamento concorreranno le risorse indicate sopra e le altre che si deciderà di stanziare". Gli attori del cambiamento. L'Alleanza contro la povertà in Italia, che raggruppa 37 soggetti sociali, dai Comuni alle Regioni agli enti di rappresentanza del Terzo settore, è certamente uno degli attori-chiave di questa fase di cambiamento, a partire dalla ponderata elaborazione del Reddito di Inclusione Sociale, una proposta puntuale e articolata che cerca di affrontare tutti i possibili nodi attuativi. "Servono nuove modalità di lavoro". In attesa della riforma definitiva, la Caritas rileva anche che le realtà del welfare locale si confrontano con l'attuazione delle misure transitorie e ciò richiede modalità di lavoro nuove, basate soprattutto sulla collaborazione interistituzionale e sulla costruzione di reti tra i soggetti territoriali per la presa in carico delle persone in povertà. "Sono percorsi inediti. Il punto è trasformare queste fatiche in un'occasione preziosa per iniziare a costruire un nuovo sistema di welfare rivolto ai poveri: l'unica strada possibile e ragionevole è renderle sin da subito parte di un Piano pluriennale di sviluppo", spiega la Caritas nel Rapporto. La qualità della riforma, in conclusione, afferma il Movimento Internazionale per la Pace non va giudicata dall'entità degli stanziamenti per il prossimo anno bensì dalla capacità o meno di costruire un concreto progetto di cambiamento che porti a radicare, entro il 2020, un sistema di welfare rivolto ai più deboli, e adeguato al contesto italiano.Le performance delle persone sempre povere sono state significativamente peggiori di quelle rilevate in coloro che non hanno mai sperimentato nella loro vita una condizione di indigenza. Le capacità cognitive afferma la presidentessa Ginocchio sono utili per il rafforzamento della vita. "Conservare le capacità cognitive rappresenta una forte componente chiave della salute, ribadisce la presidentessa Ginocchio - che spiega la tesi di Zeki Al Hazouri, epidemiologa del dipartimento di Salute pubblica all'Università di Miami e prima autrice dell'indagine - . I risultati ottenuti in questa corte di persone relativamente giovani indica che il disagio economico rappresenta un importante contributo all'invecchiamento precoce nella popolazione svantaggiata. E' importante monitorare in che modo le tendenze in termini di reddito e di altri parametri economici e sociali influenzino i risultati di salute". "Come Ente impegnato da anni sul versante della solidarietà, avendo stipulato Convenzione con la Fondazione del Banco delle Opere di Carità, assistiamo famiglie disagiate a cui consegniamo mensilmente pacchi alimentari. Quindi ben conosciamo i disagi a cui queste famiglie vanno incontro; spesso ci facciamo carico economico anche di altre urgenze. Chiediamo che il Governo Renzi attui quanto prima misure concrete per contrastare il fenomeno della povertà sempre in continuo aumento. Non si può costruire Pace senza stabilità economica in famiglia, come in una società. E la povertà imposta nè impedisce il raggiungimento. Quindi occorre difendere i diritti di ogni singola persona, come di ogni famiglia, restituirgli dignità, per poter riprendere fiducia nelle Istituzioni e nella vita. Poi occorre sostenere la piccola imprenditoria, cuore pulsante delle comunità. Nelle periferie fino a poco tempo faì' si viveva di commercio locale. Ora assistiamo ad una scena raccapricciante, le piccole attività commerciali stanno chiudendo. Vediamo i centri storici dei nostri borghi, che un tempo erano aperti al passeggio e affollati di gente, tra cui molte persone che riempivano i negozi, man mano spopolarsi. Una piaga da non sottovalutare perché con la morte della piccola imprenditoria va' via anche una parte della storia delle nostre comunità, mentre i giovani sfiduciati fuggono per trovare lavoro nei paesi stranieri. Come si può parlare di storia, di rilancio, di sviluppo se né impediamo la crescita? Occorrono perciò misure concrete di contrasto alla povertà. Non basta l'assegno alle famiglie, non risolve il problema. Per la risoluzione occorre risalire alla radice. Bisogna abbassare le tasse e incentivare la piccola imprenditoria, offrire lavoro e nuove oportunità a chi ha perso a causa della crisi, e si trova in mezzo a una strada". Noi del Movimento Internazionale della Pace lanciamo questo appello ai signori politici affinché la povertà sia sconfitta definitivamente. Per concludere, ricordatevi cari politici queste parole: "Se una società libera non può aiutare i molti che sono poveri, non può salvare i pochi che sono ricchi."
Distinti Saluti.
Giacinto Di Patre, Movimento Internazionale per la Pace III Millennio

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