lunedì 17 ottobre 2016

PETIZIONE: L'ITALIA NON GETTI BENZINA SUL FUOCO DELLA NUOVA GUERRA FREDDA

L'ITALIA NON GETTI BENZINA SUL FUOCO DELLA NUOVA GUERRA FREDDA La decisione governativa, nel quadro NATO, di inviare militari italiani in Lettonia al confine con la Russia, non ha affatto fini legittimamente difensivi (posto che sia logico pensare che l'escalation bellica possa essere "difensiva" di alcunché), ma si configura come una minaccia neanche tanto mascherata e come un passo ulteriore verso la NUOVA GUERRA FREDDA, che sempre più caratterizza i rapporti tra gli USA, con i loro alleati, e la Russia. Una tensione che può anche precipitare in un conflitto "caldo", avendo sullo sfondo il pericolo immane di un confronto atomico, che disgraziatamente - di ciò dovremmo essere tutti più consapevoli - può essere scatenato persino incidentalmente. La NATO, strumento per tenere l'Europa sotto egemonia americana, è del tutto dubbio che oggi abbia una qualche funzione "difensiva" e la sua anacronistica permanenza nonché l'inconsulta agitazione per espansionismi ed interventismi anche "out of area", ad es. nel contesto Medio-orientale, può - ripetiamolo - provocare
una guerra in Europa i cui esiti sono facili da prevedere come irrimediabilmente distruttivi per l'intera umanità. Senza negare il problema di una Russia oppressa da un regime ultra-nazionalista di parademocrazia autoritaria, occorre comunque sciogliere la NATO e la denuclearizzazione, anche con atti unilaterali a livello nazionale, può fare da grimaldello per ottenere lo scopo. In questo senso una grande risposta sta arrivando dal voto degli Stati non nucleari in novembre all'ONU, che darà il via al processo che metterà fuori legge le armi nucleari, come già è successo per le armi chimiche e biologiche. E' una svolta storica che si va profilando che conferma la necessità di una politica di pace con mezzi di pace (CHE NON INCLUDONO LE SANZIONI ALLA RUSSIA), con quella nonviolenza attiva ed efficace la cui essenza è, secondo le parole di Papa Bergoglio, il perseguire un mondo fondato sulla forza del diritto e non sul diritto della forza (armata). Nel nostro ambito italiano, invece di perdere tempo su referendum che rappresentano l'ennesima resa dei conti all'interno di un ceto politico usurpatore delle istituzioni e corruttore della democrazia (ci costringono ad andare alle urne e votare NO per evitare il male peggiore), dovremmo darci da fare perché sia effettivamente rispettato quel fondamentale articolo 11 della nostra Costituzione che "ripudia la guerra". Abbiamo da realizarne le evidenti derivazioni e conseguenze: la prima è revocare tutte le missioni militari all'estero eventualmente sostituendole con interventi civili; viene quindi il disarmo con la restituzione al mittente delle atomiche dispiegate sul nostro territorio, le riduzioni dei bilanci militari, la conversione e dell'industria bellica, lo stop al commercio delle armi; e - da ultimo ma non per ultimo - l'avvio della Difesa popolare nonviolenta e dei Corpi civili di pace.
 Alfonso Navarra, portavoce di "FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO"
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