venerdì 6 gennaio 2017

Disarmo nucleare. Un voto all'ONU, l'Italia cambia e dice di "SI"

Disarmo nucleare. Un voto all'ONU, l'Italia cambia e dice di "SI" 

 (di Giorgio Nebbia - Da IL MANIFESTO 31 dicembre 2016)

 Il 24 dicembre, vigilia di Natale, all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata approvata la risoluzione L.41 che impone l’avvio di negoziati per mettere fuori legge le armi nucleari, primo passo per la loro abolizione totale. La risoluzione è stata approvata con 113 voti a favore, 35 contrari e 13 astensioni; Hanno votato contro le potenze nucleari (ma la Cina si è
astenuta), che non intendono privarsi delle loro bombe nucleari, molti paesi europei. L’Italia ha votato a favore, cambiando il voto contrario alla stessa risoluzione espresso nella commissione disarmo il 27 ottobre scorso. Il governo italiano, con il voto a favore del disarmo nucleare, ha ascoltato la voce di tante associazioni e persone che hanno chiesto tale svolta nella politica italiana e la voce del papa Francesco che, nella giornata della pace, ha ripetuto l’appello proprio in favore “della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”, denunciando che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca non assicurano la coesistenza pacifica fra i popoli. Nel mondo nove paesi possiedono armi nucleari; ce ne sono 15.000, molte su missili intercontinentali, pronte a portare morte e distruzione in qualsiasi parte del pianeta; alcune bombe termonucleari americane sono anche in Italia a Ghedi e Aviano. Tutto questo dovrebbe gradualmente cessare con i negoziati per l’eliminazione delle armi nucleari che cominceranno nel 2017, settantadue anni dopo il lancio della prima bomba atomica americana su Hiroshima; molti problemi tecnici, economici, ecologici e politici, dovranno essere risolti, il cammino sarà lungo e difficile ma è cominciato. Con l’eliminazione delle bombe nucleari, le centinaia di miliardi di dollari che ogni anno le potenze nucleari spendono per l’aggiornamento e il perfezionamento dei loro arsenali, potrebbero diventare disponili per assicurare cibo, acqua e case ai due miliardi di poveri del mondo. Quante cose possono succedere se si preme il tasto giusto, quello del disarmo e della pace, durante la votazione in una aula delle Nazioni Unite, in un freddo giorno invernale.

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