giovedì 12 gennaio 2017

PAPA FRANCESCO: MESSAGGIO PER LA 103a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2017 "MIGRANTI MINORENNI VULNERABILI E SENZA VOCE"


[Dal sito del Vaticano messaggio di Papa Francesco, per la 103a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato del 15 gennaio 2017] 

Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce

 Cari fratelli e sorelle! "Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato" (Mc 9,37; cfr Mt 18,5; Lc 9,48; Gv 13,20). Con queste parole gli Evangelisti ricordano alla comunita' cristiana un insegnamento di Gesu
' che e' entusiasmante e, insieme, carico di impegno. Questo detto, infatti, traccia la via sicura che conduce fino a Dio, partendo dai piu' piccoli e passando attraverso il Salvatore, nella dinamica dell'accoglienza. Proprio l'accoglienza, dunque, e' condizione necessaria perche' si concretizzi questo itinerario: Dio si e' fatto uno di noi, in Gesu' si e' fatto bambino e l'apertura a Dio nella fede, che alimenta la speranza, si declina nella vicinanza amorevole ai piu' piccoli e ai piu' deboli. Carita', fede e speranza sono tutte coinvolte nelle opere di misericordia, sia spirituali sia corporali, che abbiamo riscoperto durante il recente Giubileo Straordinario. Ma gli Evangelisti si soffermano anche sulla responsabilita' di chi va contro la misericordia: "Chi scandalizzera' uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare" (Mt 18,6; cfr Mc 9,42; Lc 17,2). Come non pensare a questo severo monito considerando lo sfruttamento esercitato da gente senza scrupoli a danno di tante bambine e tanti bambini avviati alla prostituzione o presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come soldati, coinvolti in traffici di droga e altre forme di delinquenza, forzati alla fuga da conflitti e persecuzioni, col rischio di ritrovarsi soli e abbandonati? Per questo, in occasione dell'annuale Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, mi sta a cuore richiamare l'attenzione sulla realta' dei migranti minorenni, specialmente quelli soli, sollecitando tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perche' minori, perche' stranieri e perche' inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d'origine e separati dagli affetti familiari. Le migrazioni, oggi, non sono un fenomeno limitato ad alcune aree del pianeta, ma toccano tutti i continenti e vanno sempre piu' assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale. Non si tratta solo di persone in cerca di un lavoro dignitoso o di migliori condizioni di vita, ma anche di uomini e donne, anziani e bambini che sono costretti ad abbandonare le loro case con la speranza di salvarsi e di trovare altrove pace e sicurezza. Sono in primo luogo i minori a pagare i costi gravosi dell'emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi. La corsa sfrenata verso guadagni rapidi e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l'abuso di minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia. L'eta' infantile, per la sua particolare delicatezza, ha delle esigenze uniche e irrinunciabili. Anzitutto il diritto ad un ambiente familiare sano e protetto dove poter crescere sotto la guida e l'esempio di un papa' e di una mamma; poi, il diritto-dovere a ricevere un'educazione adeguata, principalmente nella famiglia e anche nella scuola, dove i fanciulli possano crescere come persone e protagonisti del futuro proprio e della rispettiva nazione. Di fatto, in molte zone del mondo, leggere, scrivere e fare i calcoli piu' elementari e' ancora un privilegio per pochi. Tutti i minori, poi, hanno diritto a giocare e a fare attivita' ricreative, hanno diritto insomma ad essere bambini. Tra i migranti, invece, i fanciulli costituiscono il gruppo piu' vulnerabile perche', mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce: la precarieta' li priva di documenti, nascondendoli agli occhi del mondo; l'assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire. In tal modo, i minori migranti finiscono facilmente nei livelli piu' bassi del degrado umano, dove illegalita' e violenza bruciano in una fiammata il futuro di troppi innocenti, mentre la rete dell'abuso dei minori e' dura da spezzare. Come rispondere a tale realta'? Prima di tutto rendendosi consapevoli che il fenomeno migratorio non e' avulso dalla storia della salvezza, anzi, ne fa parte. Ad esso e' connesso un comandamento di Dio: "Non molesterai il forestiero ne' lo opprimerai, perche' voi siete stati forestieri in terra d'Egitto" (Es 22,20); "Amate dunque il forestiero, perche' anche voi foste forestieri nella terra d'Egitto" (Dt 10,19). Tale fenomeno costituisce un segno dei tempi, un segno che parla dell'opera provvidenziale di Dio nella storia e nella comunita' umana in vista della comunione universale. Pur senza misconoscere le problematiche e, spesso, i drammi e le tragedie delle migrazioni, come pure le difficolta' connesse all'accoglienza dignitosa di queste persone, la Chiesa incoraggia a riconoscere il disegno di Dio anche in questo fenomeno, con la certezza che nessuno e' straniero nella comunita' cristiana, che abbraccia "ogni nazione, razza, popolo e lingua" (Ap 7,9). Ognuno e' prezioso, le persone sono piu' importanti delle cose e il valore di ogni istituzione si misura sul modo in cui tratta la vita e la dignita' dell'essere umano, soprattutto in condizioni di vulnerabilita', come nel caso dei minori migranti. Inoltre occorre puntare sulla protezione, sull'integrazione e su soluzioni durature. Anzitutto, si tratta di adottare ogni possibile misura per garantire ai minori migranti protezione e difesa, perche' "questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a se' stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, piu' di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale" (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2008). Del resto, la linea di demarcazione tra migrazione e traffico puo' farsi a volte molto sottile. Molti sono i fattori che contribuiscono a creare uno stato di vulnerabilita' nei migranti, specie se minori: l'indigenza e la carenza di mezzi di sopravvivenza - cui si aggiungono aspettative irreali indotte dai media -; il basso livello di alfabetizzazione; l'ignoranza delle leggi, della cultura e spesso della lingua dei Paesi ospitanti. Tutto cio' li rende dipendenti fisicamente e psicologicamente. Ma la spinta piu' potente allo sfruttamento e all'abuso dei bambini viene dalla domanda. Se non si trova il modo di intervenire con maggiore rigore ed efficacia nei confronti degli approfittatori, non potranno essere fermate le molteplici forme di schiavitu' di cui sono vittime i minori. E' necessario, pertanto, che gli immigrati, proprio per il bene dei loro bambini, collaborino sempre piu' strettamente con le comunita' che li accolgono. Con tanta gratitudine guardiamo agli organismi e alle istituzioni, ecclesiali e civili, che con grande impegno offrono tempo e risorse per proteggere i minori da svariate forme di abuso. E' importante che si attuino collaborazioni sempre piu' efficaci ed incisive, basate non solo sullo scambio di informazioni, ma anche sull'intensificazione di reti capaci di assicurare interventi tempestivi e capillari. Senza sottovalutare che la forza straordinaria delle comunita' ecclesiali si rivela soprattutto quando vi e' unita' di preghiera e comunione nella fraternita'. In secondo luogo, bisogna lavorare per l'integrazione dei bambini e dei ragazzi migranti. Essi dipendono in tutto dalla comunita' degli adulti e, molto spesso, la scarsita' di risorse finanziarie diventa impedimento all'adozione di adeguate politiche di accoglienza, di assistenza e di inclusione. Di conseguenza, invece di favorire l'inserimento sociale dei minori migranti, o programmi di rimpatrio sicuro e assistito, si cerca solo di impedire il loro ingresso, favorendo cosi' il ricorso a reti illegali; oppure essi vengono rimandati nel Paese d'origine senza assicurarsi che cio' corrisponda al loro effettivo "interesse superiore". La condizione dei migranti minorenni e' ancora piu' grave quando si trovano in stato di irregolarita' o quando vengono assoldati dalla criminalita' organizzata. Allora essi sono spesso destinati a centri di detenzione. Non e' raro, infatti, che vengano arrestati e, poiche' non hanno denaro per pagare la cauzione o il viaggio di ritorno, possono rimanere per lunghi periodi reclusi, esposti ad abusi e violenze di vario genere. In tali casi, il diritto degli Stati a gestire i flussi migratori e a salvaguardare il bene comune nazionale deve coniugarsi con il dovere di risolvere e di regolarizzare la posizione dei migranti minorenni, nel pieno rispetto della loro dignita' e cercando di andare incontro alle loro esigenze, quando sono soli, ma anche a quelle dei loro genitori, per il bene dell'intero nucleo familiare. Resta poi fondamentale l'adozione di adeguate procedure nazionali e di piani di cooperazione concordati tra i Paesi d'origine e quelli d'accoglienza, in vista dell'eliminazione delle cause dell'emigrazione forzata dei minori. In terzo luogo, rivolgo a tutti un accorato appello affinche' si cerchino e si adottino soluzioni durature. Poiche' si tratta di un fenomeno complesso, la questione dei migranti minorenni va affrontata alla radice. Guerre, violazioni dei diritti umani, corruzione, poverta', squilibri e disastri ambientali fanno parte delle cause del problema. I bambini sono i primi a soffrirne, subendo a volte torture e violenze corporali, che si accompagnano a quelle morali e psichiche, lasciando in essi dei segni quasi sempre indelebili. E' assolutamente necessario, pertanto, affrontare nei Paesi d'origine le cause che provocano le migrazioni. Questo esige, come primo passo, l'impegno dell'intera Comunita' internazionale ad estinguere i conflitti e le violenze che costringono le persone alla fuga. Inoltre, si impone una visione lungimirante, capace di prevedere programmi adeguati per le aree colpite da piu' gravi ingiustizie e instabilita', affinche' a tutti sia garantito l'accesso allo sviluppo autentico, che promuova il bene di bambini e bambine, speranze dell'umanita'. Infine, desidero rivolgere una parola a voi, che camminate a fianco di bambini e ragazzi sulle vie dell'emigrazione: essi hanno bisogno del vostro prezioso aiuto, e anche la Chiesa ha bisogno di voi e vi sostiene nel generoso servizio che prestate. Non stancatevi di vivere con coraggio la buona testimonianza del Vangelo, che vi chiama a riconoscere e accogliere il Signore Gesu' presente nei piu' piccoli e vulnerabili. Affido tutti i minori migranti, le loro famiglie, le loro comunita', e voi che state loro vicino, alla protezione della Santa Famiglia di Nazareth, affinche' vegli su ciascuno e li accompagni nel cammino; e alla mia preghiera unisco la Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 8 settembre 2016, Festa della Nativita' della B. Vergine Maria.

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