lunedì 13 novembre 2017

Vaticano- L'Appello del Papa sul disarmo al Simposio Internazionale: il mondo senza armi è possibile.

Vaticano- L'Appello del Papa sul disarmo al Simposio Internazionale: il mondo senza armi è possibile.
«Il solo modo per assicurare una Pace mondiale sostenibile e impedire che le armi nucleari si diffondano e vengano usate, è abolirle». 

(10 Novembre 2017) Si è svolto il Simposio Internazionale che ha avuto per tema: "Prospettive per un mondo libero da armi nucleari e per il disarmo integrale" promosso dal Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale. L'importante evento ha visto riunire esperti, attivisti, politici, pastori e capi di pensiero per esplorare le possibilità di disarmo il XXI secolo. Nella speranza
che anche in questa diocesi possa smuoversi qualcosa sul tema importante della Pace, datosi che e concludo, non può proprio esistere una chiesa vera senza essere chiesa che si adopera e lavora instancabilmente per la Pace. A nulla servono le prediche, le preghiere e le processioni, a nulla servono i discorsi di facciata se non si lavora su questo versante. Il tutto si traduce in azioni sterili. Si prende in giro lo stesso Cristo il quale sin dal primo momento è stato chiaro. Il suo è stato un insegnamento fondato sulla nonviolenza. Il suo primo saluto nell'incontrare la futura chiesa fu uno solo: Pace. Ecco i commenti preparati del Santo Padre, in inglese(traduzione) Cari amici, Offro un cordiale benvenuto a ciascuno di voi e esprimo la mia profonda gratitudine per la tua presenza qui e il tuo lavoro al servizio del bene comune. Ringrazio il Cardinale Turkson per il suo saluto e l'introduzione. In questo Simposio si sono incontrati per discutere di questioni critiche sia in se stessi che alla luce delle complesse sfide politiche dell'attuale scena internazionale, contrassegnate come da un clima di instabilità e conflitto. Un certo pessimismo potrebbe farci pensare che "le prospettive per un mondo libero da armi nucleari e per il disarmo integrale", il tema della tua riunione, sembrano sempre più remote. Infatti, l'escalation della corsa agli armamenti continua senza sosta e il prezzo di modernizzazione e sviluppo di armi, non solo le armi nucleari, rappresenta una spesa notevole per le nazioni. Di conseguenza, le priorità reali che la nostra famiglia umana, come la lotta contro la povertà, la promozione della pace, l'impegno di progetti educativi, ecologici e sanitari e lo sviluppo dei diritti umani, vengono relegati al secondo posto (cfr. Messaggio alla Conferenza sull'impatto umanitario delle armi nucleari, 7 dicembre 2014). Né possiamo non essere veramente interessati dagli effetti catastrofici umanitari e ambientali di qualsiasi impiego di dispositivi nucleari. Se prendiamo in considerazione anche il rischio di una detonazione accidentale a seguito di errori di qualsiasi tipo, la minaccia del loro utilizzo, così come il loro possesso stesso, debba essere fermamente condannata. Poiché esistono al servizio di una mentalità di paura che colpisce non solo le parti in conflitto, ma l'intera razza umana. Le relazioni internazionali non possono essere detenute a forza militare, intimidazioni reciproche, e la parata delle scorte di armi. Le armi di distruzione di massa, in particolare le armi nucleari, non creano altro che un falso senso di sicurezza. Non possono costituire la base per una convivenza pacifica tra i membri della famiglia umana, che deve piuttosto essere ispirata da un'etica di solidarietà (cfr Messaggio alla Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante per proibire le armi nucleari, 27 marzo 2017). A questo proposito è fondamentale la testimonianza data dagli Hibakusha, i sopravvissuti del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, insieme ad altre vittime di prove di armi nucleari. Che la loro voce profetica sia un avvertimento, soprattutto per le generazioni in arrivo! Inoltre, le armi che portano alla distruzione della razza umana sono insensibili anche da un punto di vista tattico. Per questo, mentre la vera scienza è sempre al servizio dell'umanità, nel nostro tempo siamo sempre più turbati dall'abuso di alcuni progetti originariamente concepiti per una buona causa. È sufficiente rilevare che le tecnologie nucleari si stanno diffondendo anche attraverso le comunicazioni digitali e che gli strumenti del diritto internazionale non hanno impedito ai nuovi Stati di aderire a quelli già in possesso di armi nucleari. Gli scenari risultanti sono profondamente inquietanti se consideriamo le sfide della geopolitica contemporanea, come il terrorismo o la guerra asimmetrica. Allo stesso tempo, un sano realismo continua a brillare la luce della speranza nel nostro mondo insolito. Recentemente, ad esempio, in un voto storico presso le Nazioni Unite, la maggioranza dei membri della comunità internazionale ha determinato che le armi nucleari non sono solo immorali, ma devono essere considerati anche un mezzo illegale di guerra. Questa decisione ha colmato una lacuna giuridica significativa, in quanto le armi chimiche, le armi biologiche, le mine antimie e le bombe a cluster sono espressamente vietate dalle convenzioni internazionali. Ancora più importante è il fatto che è stato principalmente il risultato di un'iniziativa umanitaria sponsorizzata da una significativa alleanza tra società civile, stati, organizzazioni internazionali, chiese, accademie e gruppi di esperti. Il documento che voi, distinti destinatari del Premio Nobel, mi hai mandato, è parte di questo e esprimo la mia gratitudine e apprezzamento per questo. Quest'anno segna il cinquantesimo anniversario della Lettera Enciclica Populorum Progressio di Papa Paolo VI. Quella enciclica, nello sviluppare il concetto cristiano della persona, ha esposto la nozione di sviluppo umano integrale e lo ha proposto come "il nuovo nome della pace". In questo documento memorabile e ancora tempestivo, il Papa ha affermato in modo sintetico che "lo sviluppo non può essere limitato alla sola crescita economica.Per essere autentica, deve essere integrale; deve promuovere lo sviluppo di ogni uomo e di tutto l'uomo "(n. 14). Dobbiamo quindi rifiutare la cultura dei rifiuti e curare gli individui e le persone che lavorano sotto dolorose disparità attraverso sforzi pazienti per favorire processi di solidarietà su interessi egoistici e contingenti. Ciò implica anche l'integrazione delle dimensioni individuali e sociali attraverso l'applicazione del principio di sussidiarietà, incoraggiando il contributo di tutti, individuali e gruppi. Infine, c'è la necessità di promuovere gli esseri umani nell'inevitabile unità dell'anima e del corpo, della contemplazione e dell'azione. In questo modo, i progressi che sono efficaci e inclusivi possono raggiungere l'utopia di un mondo privo di strumenti mortali di aggressione, contrariamente alle critiche di coloro che considerano l'ideale qualsiasi processo di smantellamento degli arsenali. L'insegnamento di Giovanni XXIII resta valido.Nel mettere in risalto l'obiettivo di un disarmo integrale, ha dichiarato: "A meno che questo processo di disarmo non sia completo e completo e che raggiunga le anime dell'uomo, è impossibile interrompere la corsa agli armamenti, ridurre gli armamenti o - e questo è il cosa principale - in definitiva abolirli interamente "(Pacem in Terris, 11 aprile 1963). La Chiesa non si stanca di offrire al mondo questa saggezza e le azioni che ispira, consapevole che lo sviluppo integrale è il percorso benefico che la famiglia umana è chiamata a viaggiare. Vi incoraggio a portare avanti questa attività con pazienza e costanza, nella fiducia che il Signore è sempre al nostro fianco. Puoi benedire ciascuno di voi e dei tuoi sforzi al servizio della giustizia e della Pace.

 AFFIANCHIAMO PAPA FRANCESCO NELL’IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE

APPELLO: AFFIANCHIAMO PAPA FRANCESCO NELL’IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE, CONTRO IL SUICIDIO DELL’UMANITA’ 

Sosteniamo e condividiamo l'appello di Papa Francesco a tutte le persone di buona volontà: dobbiamo opporci al "suicidio dell'Umanità" rappresentato dalla minaccia della deterrenza nucleare. Questo appello ci spinge tutti a lavorare con maggiore determinazione per promuovere le condizioni necessarie ad un mondo senza armi nucleari, nel momento in cui fervono programmi per la loro modernizzazione e le spinte alla proliferazione sembrano travolgere ogni remora. E' necessario che entri in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato in una Conferenza ONU il 7 luglio 2017 e ratificato anche dalla Santa Sede in settembre, con convinzione. L'Italia deve fare la sua parte respingendo i diktat della NATO e ratificando al più presto questo Trattato. Contribuiremo così, dal nostro Paese, ad una grande speranza per una svolta epocale verso una comunità internazionale che affermi la forza del diritto sul diritto della forza: la nonviolenza efficace, secondo Papa Francesco. Guardiamo con attenzione alle idee ed alle proposte che scaturiranno dal Convegno che si svolgerà, il 10 e 11 novembre, in Vaticano, con la partecipazione di 11 Premi Nobel per la pace. Ci attendiamo, da questi lavori, sforzi di mediazione, anche da parte della Santa Sede, nella pericolosissima crisi coreana (la dimostrazione evidente che il rischio di una guerra atomica è purtroppo una ipotesi concreta) e l'indicazione di percorsi negoziali per collegare la proibizione giuridica all'eliminazione effettiva degli ordigni nucleari. E' giusto scuoterci, come ci invita a fare il Papa, dalla nostra pigrizia e dalle nostre distrazioni: nelle nostre azioni e nel nostro impegno di cittadini attivi diventa oggi prioritario garantire, con il disarmo, via di pace, una sicurezza vera. Questa sicurezza può nascere solo dalla cooperazione rispetto ai grandi problemi comuni che l'Umanità deve risolvere (la convivenza tra i popoli, la difesa della Terra dal riscaldamento climatico, la disuguaglianza sociale a livello globale...) e non dall'illusoria e, in ultima analisi, "suicida" corazza di poter dissuadere atti ostili con le armi di distruzione di massa. Invitiamo chi, nei movimenti per il disarmo e la pace, per l'ecologia e lo sviluppo umano integrale, è d'accordo con le nostre elementari considerazioni ad unirsi maggiormente e, sempre nel rispetto delle diversità, a fare blocco comune: dobbiamo impedire il disastro nucleare. Qui in Italia dobbiamo adoperarci, in particolare, per una marcia Perugia-Assisi straordinaria, focalizzata sul sostegno alle Nazioni Unite nel loro tentativo, con il bando degli ordigni "fine del mondo", ad affermare un diritto prevalente della comune umanità rispetto alla sovranità dei singoli Stati. Quindi proponiamo di camminare insieme, possibilmente prima delle prossime elezioni politiche, soprattutto per la ratifica da parte dell'Italia del Trattato ONU di interdizione delle armi nucleari. Come ci ricorda Papa Francesco nella sua enciclica "Laudato si'", la fratellanza - e sorellanza - universale costituenti la Carta dell'ONU, sorta con l'ideale di «salvare le future generazioni dal flagello della guerra», devono essere fondate, rigettando gli strumenti di morte, sul rispetto degli equilibri naturali, sul rispetto della vita, sulla "armonia con il Creato da custodire". Info cell. 340-0736871 -

 Per manifestare l'adesione si può sottoscrivere on-line alla URL: 


 Primi firmatari: Alex Zanotelli, Alfonso Navarra, Claudio Carrara, Francesco Lo Cascio, Giovanni Ciavarella, Paolo Candelari, Enrico Peyretti, Baraldi Sani, Adriano Ciccioni, Ennio La Malfa, Giorgio Nebbia, Umberto Santino, Guido Viale, Luigi Mosca, Giuseppe Farinella, Mario Agostinelli , Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Giuseppe Bruzzone, Marco Palombo, Elio Pagani, Giuseppe Padovano, Olivier Turquet, Angelo Baracca, Giuseppe Natale, Alessandro Capuzzo, Rocco Altieri, Antonio Bruno, Tiziano Cardosi, Teresa Lapis, Maurizio Acerbo, Marco Boato, Giorgio Legnani, Roberto Brambilla, Isabella Horn, Michele Boato,Michele Saponaro, Daniele Barbieri, Vittorio Bellavite, Renato Pomari, Gianni Cavinato, Vittorio Agnoletto, ... https://www.petizioni24.com/confrancescoperildisarmonucleare Gino Ponsillo

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